Giovedì 8 novembre, alle ore 18, a Mentelocale (I° piano), riprendono, dopo una breve interruzione in occasione della festività dei Santi, gli appuntamenti di Genovainedita, con la partecipazione di un noto e poliedrico personaggio che da anni anima il mondo culturale genovese. Giuliano Galletta, scrittore, poeta visuale, performer, filmaker, leggerà in anteprima i frammenti di un racconto visivo (mai scritto) dal titolo “Everyday life”.Dopo l'incontro seguirà la cena con l'autore al ristorante “Di Sopra”, riservata ai soci dell'Associazione culturale “Genovainedita” (prenotazioni: tel. 340 1916128). Attivo fin dalla seconda metà degli anni Settanta, Giuliano Galletta ha esposto in gallerie e musei italiani e stranieri. Fra le sue mostre più recenti “la camera melodrammatica” (Galleria Martini & Ronchetti, Genova, 2006) e “Giuliano Galletta a Casa Jorn” (Casa-Museo Asger Jorn, Albissola Marina, 2007). Ha pubblicato il romanzo visivo “tous jours” (edizioni Sileno, 1979), la raccolta di poesie “Un impossibile giorno” (edizioni Sileno, 1990), il saggio “Il televisore. Dal totem casalingo alla realtà virtuale” (Gribaudo, 1995), “Almanacco di un altro anno” (Antilibro-posteditore, 2004). “Sanguineti/Novecento. Conversazioni sulla cultura del XX° secolo” (il melangolo, 2005), ”Sabrina e l’arte della felicità” (il melangolo 2006).
Con Giuliano Galletta, teorico e “pratico” dell'antiromanzo – come lo fu un gruppo di giovani di belle speranze dei primi anni sessanta - la sperimentazione irrompe a Genovainedita, proponendo al contempo testi ed immagini quotidiane, la cui frammentarietà e perifericità rappresentano la cifra più autentica dell'intera operazione. Per dirla con l'autore: immaginate di trovarvi a casa vostra (o a casa dei vostri genitori, se sono ancora vivi). In ogni casa c’è almeno un cassetto disordinato (in alcune case ce n’è più di uno, ci sono bauli disordinati, armadi disordinati, stanze disordinate, sublimi cantine disordinate), dove trovano posto ricevute, fatture non pagate, polaroid, carte da visita, tesserini di improbabili associazioni culturali, numeri di telefono sconosciuti, lettere, cartoline postali, auguri di Natale, biglietti del bus, appunti scritti in treno, trame di romanzi redatte su carta intestata di alberghi a tre stelle, poesie giovanili scritte dove capitava, candele per compleanni, stringhe, franchi francesi, lire, bottoni, spille da balia, agendine usate solo a metà, blister di pillole dietetiche, matrici di assegni, santini e scontrini.
Ebbene l’Almanacco consiste nel rovesciamento sul tavolo della cucina di un cassetto e la sistemazione del contenuto in ordine vagamente cronologico, con un’unica, ma decisiva differenza: quel cassetto non ha proprietario, non ha casa, non ha famiglia, non ha identità. Quei biglietti del bus , quei santini, quelle agende, quelle foto dicono continuamente “io”, ma vi garantisco, e questa è l’unica cosa sicura, essi mentono.
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