CENTRO CITTà
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Quanti pensavano fosse un amor fugace, si sono dovuti ricredere. Ordinare un calice di vino per consumare nel segno di Bacco il momento dell’aperitivo è diventata una vera passione. Non solo nei locali specializzati, ma in tutti gli avamposti genovesi che tanto si affollano allo scoccare del rito preserale per eccellenza. Il fenomeno, infatti, è confermato direttamente da quanti dietro al bancone vivono, carpendo e anticipando le preferenze dell’avventore. “Nell’ultimo anno c’è stato un vero e proprio boom di vini doc italiani”, racconta Pino Calautti, dal 1990 titolare insieme al fratello Gianni Calautti (foto) del famoso “Bar Alfredo” di Genova-Molassana (via Molassana 87r, 010/8364084). “A farla da padrone –continua- è indubbiamente il rosso, che serviamo con taglieri di salumi e formaggi”. Nei 120 metri quadrati aperti dal lunedì al sabato, dalle 6 alle 21, con ampio servizio di ristorazione completamente fresco e artigianale, imperversano così Nero D’Avola e Chianti, Barolo e Morellino di Scansano. “Sono queste –conclude Pino- le etichette più richieste in assoluto dalla nostra clientela, a discapito dei cocktails tradizionali”. Un trend confermato in pieno anche da Marco Montaldo, funambolo dello shaker ai “7 Nasi Cafè” di Genova-Quarto (via Quarto 16-18, 010/3731344). “I clienti –dice Montaldo- sono diventati molto ricettivi per quanto riguarda il vino, soprattutto durante i giorni della settimana, si può guidare alla scoperta dei segreti del mondo dell’enologia”. A sentire il barman di Quarto, “lo spumante la fa da padrone, la Sicilia è la provenienza più in voga. Ma se possiamo dare un consiglio –conclude- noi siamo già in Argentina, con bottiglie come il Passo Doble”. Per le scelte “alternative” anche Claudio Schiaretti, insieme ad Ivan e Barbara dietro al bancone del “Cafè De Nuit” (via Trebisonda 83r). “Ci siamo accorti che i cocktails perdevano colpi già diversi anni fa –dice- ma è di questi ultimi tempi l’impennata di richieste per Morellino e Nero D’Avola. Anche se, in realtà, sta a noi titolari capire le richieste del cliente, descrivere il vino, scegliere bottiglie di piccoli produttori, altrettanto validi”. Dietro alla tradizione va poi la clientela dello storico “Caffè Crippa” (corso Buenos Aires 1/A/r, 010/580164), che, a detta del titolare Giancarlo Natoli, “predilige il genere champenoise, con Ferrari e Berlucchi in testa alle richieste”. Infine, quello che è stato sicuramente tra i precursori della tendenza. Si tratta del “Maca Cafè” (via Pisacane 54r, 010/5451365), fin dall’apertura, circa un anno fa, punto di riferimento in materia. “Disponiamo di una 40ina di etichette –spiega Fabrizio Riccelli, titolare insieme a Giuseppe Figliomeni- provenienti da tutte le regioni italiane. La particolarità è che, vista la continua richiesta di aperitivi al calice, per tutte, anche le più pregiate, c’è la possibilità di somministrazione al bicchiere, con accompagnamento di formaggi e salumi”.