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Sabina Varsallona (NELLA FOTO) è tornata da Valencia con il titolo di campionessa mondiale di karaté mentre il mondo era concentrato sulla America’s Cup. Sul tatami di una città risucchiata dalla centrifuga mediatica che ne ha amplificato i corollari sportivi. Lei, genovese, 29 anni e gli ultimi 24 passati a collezionare medaglie. Lei, grintosa e determinata, alla conquista di altri podi. Lei che diventa insegnante perché sogno e disciplina replichino nelle storie dei suoi allievi. Due sfide e quella formula che ingaggia lo sport al servizio della vita.

Bionda, occhi azzurri, solare. Mica t’immagini che è signora di arte marziali. In mano le foto di lei sul podio a Valencia e il tempo della sua storia scandito dai risultati agonistici. “Sono figlia d’arte” anticipa Sabina, che papà Augusto, insegnante di karaté  l’ha messa sul tatami a 5 anni e lei da lì non s’è più schiodata. Hai voglia di allenare e predicare, Sabina ha una marcia in più e si chiama talento.

Bambina curiosa, vive come gioco il materasso e quella sorte di rituale che pesca all’indietro per caricare il presente. Gioco e sfogo. Poi succede che la tecnica diventa applicazione naturale, il gesto parte dal cervello e si cala perfetto nella parte. Sabina si sente forte, sente di valere. A 9 anni vince il campionato regionale ligure, a 12 è la prima cintura nera d’Italia., a 14 vince  il primo campionato italiano nella categoria cadette. Nel corso dell’Expo’ 92 a Genova, dove il padre teneva corsi di karate, Sabina si esibisce sola. Casualmente assistono gli atleti della mitica nazionale di sumo: uno di loro prende una grossa medaglia e gliela mette al collo.

Ha stoffa la ragazza e lo dimostrerà sempre e ovunque. Undici volte campione regionale ligure, “la mia specialità è lo Shotakan, significa la casa delle onde di pine, dove 2000 anni fa viveva il creatore di questo stile. Si connota per efficacia e potenza”. Ma il segreto di Sabina è quel raro equilibrio tra velocità e potenza.

I risultati piovono: tra gli altri, sempre nel 92, è prima all’Internazionale "Prince Ereditaire Albert de Monaco" (kata)  e seconda all’ Internazionale "Prince Ereditaire Albert de Monaco (kumite). Nell’94 altro elenco lunghissimo di riconocimenti tra cui un secondo posto  all’internazionale "Città di Zurigo" (kata) e il primo all’internazionale “Venice Cup” con la Nazionale Italiana; nel 95 è prima all’internazionale Città delle Rose con la Nazionale Italiana e nel 96 sempre prima all’internazionale Malatesti  e nel 97  è terza al campionato italiano juniores (kata). Uno sport che è modo di vivere: Sabina insiste che il karaté  ti aiuta ad integrarti nel contesto: “Cinque le linee guida fondamentali: lealtà, onore, rispetto, autocontrollo e bontà, che trasferisci nel quotidiano”. Studio e disciplina che investono la sfera psicofisica, formano e decantano.

Sabina si prende un po’ di tempo per riflettere, ha fato il pieno di premi e deve fare i conti con il “cosa fare da grande.” Fino al 2003, quando si schianta con la moto: un’auto le taglia la strada e lei si sfascia. Cinque mesi di sedia a rotelle, ma Sabina ha una scuola dura alle spalle. Reagisce, combatte, tira fuori quella grinta che l’ha portata sui tatami di mezza Europa. Una riabilitazione lenta  e poi di nuovo karaté: “I medici mi sconsigliavano, ma era la mia forza. Torno ad allenarmi, vinco il campionato italiano FIAM ed entro in nazionale”. 

Passa alla Fesik e nel 2005 è quarta  ai Campionati del Mondo wkc  Novi Sad (Serbia). Nel 2006 si classifica prima al Campionato Italiano kata senior Fiam Ariccia ( Roma) e nella sfida a Valencia (Spagna) del 22-23 e 24 giugno 2007 è prima nel Campionato del Mondo WUKO kata seniores a squadre): 54 federazioni e 38 nazioni in gara. Mentre ha ottenuto un quinto posto nell’individuale su 39 atlete.

Sabina corre un’ora e mezzo almeno due volte la settimana e fa karaté con il padre nella palestra della Polisportiva di Quinto per un paio d’ore tutte le sere. A latere aggiornamenti tecnici costanti e stage in giro per l’Italia. Perché il prossimo appuntamento  agonistico  è il campionato italiano assoluto a dicembre 20°7 a Verona e  l’europeo.

Mica finita. Sabina, allenatrice 4° dan, ha un altro progetto: da settembre fare corsi di karaté al Corso Italia Club in Corso Italia 33 a Genova: martedì e giovedì, dalle 17 alle 18 i bambini e dalle 18 alle 19 gli adulti. Altri corsi saranno alla Polisportiva di Quinto.

Vulcanica la ragazza, che adora le Harley Davidson, ha la patente nautica, va in barca a vela e a motore, è ha fatto pure la skipper stagionale per un cantiere di Santa Margherita Ligure. “Colpa del karaté-dice lei, giusta dose di tenacia e voglia di successo-E’uno sport che incide sulla sfera psicofisica, ti dà sicurezza, equilibrio e concentrazione”.

Poi la virata sui bambini: “A loro cominci ad insegnare la correttezza di comportamento. Imparano a vincere l’emotività, e la tecnica l’acquisiscono divertendosi. Non è uno sport violento, è semplicemente autodifesa. Allena la mente all’autocontrollo: t’insegna a difenderti nella stessa misura in cui sei attaccato. Riesci ad imprimere  potenza ed efficacia dove, come e quando vuoi.”.

Leggi entusiasmo e passione da trasmettere in un approccio che è gioco e disciplina. Che si concretizza in risultati sportivi e forza per la vita.