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Genova 11 settembre 2006

L’Ordine degli architetti ha deciso di aderire in forma ufficiale alla delegazione istituzionale della Regione Liguria nella Repubblica Popolare Cinese facendosi rappresentare dal Consigliere arch. Diego Zoppi , il quale tra il 2001 e il 2003 ha maturato  esperienza della vorticosa crescita urbanistica ed economica del mondo cinese attraverso ripetute frequentazioni lavorative.

Gli scopi prefissati della trasferta erano essenzialmente tre:

1)      affinare la conoscenza del mondo professionale cinese con particolare riguardo al sistema di tariffazione, all’organizzazione deontologica anche in rapporto al ruolo che l’Ordine Genovese si sta ritagliando all’interno del Consiglio Nazionale Architetti riguardo allo studio delle professioni nel mondo. Tale studio sarà particolarmente proficuo nelle trattative che attendono gli ordini professionali nei confronti del Governo centrale dopo il cosiddetto “Decreto Bersani”;

2)      Gettare le basi di meccanismi che consentano agli studi genovesi di ottenere partnership con studi cinesi o con il mondo produttivo cinese;

3)      Fare sistema con il mondo produttivo ligure nel suo complesso al fine di superare i gap dimensionali che separano le aziende della nostra regione con le concorrenti internazionali

La trasferta si è articolata in una settimana durante la quale sono state effettuate tre tappe. Pechino,  Tien Jin, Shanghai.

Pechino e Shanghai (complessivamente circa 30 – 35 milioni di abitanti) rivestono il ruolo di capitale politica e economica della moderna Cina e non hanno ormai bisogno di presentazioni. La loro crescita appare inarrestabile nonostante il confronto con il tema dell’ambiente e dell’ordine sociale non sembrano essere ad oggi affrontati in maniera adeguata

 Tien Jin – città da 10 milioni di abitanti- è il porto di Pechino da cui dista circa 100 Km.

 Essa riveste interesse per diversi motivi: qui nei primi decenni del secolo scorso un quartiere venne dato in concessione all’Italia che lo costruì e lo gestì a fini portuali per circa 20 anni; qui negli anni ’80 la genovese Italimpianti svolse incarichi per l’infrastrutturazione della città; qui importanti realtà amatoriali cittadine hanno cospicui interessi in via di ulteriore espansione; qui un consorzio di architetti napoletani hanno curato il restauro del quartiere italiano – oggi in via di recupero con fondi governativi italiani.

La città sta per essere trasformata in grande centro portuale mediante la realizzazione di un nuovo terminal portuale per 30 milioni di TEU/anno. Insieme alla nuova infrastruttura nasceranno nuovi quartieri, nuovi bisogni di rappresentanza , nuovi parchi e tutto quanto necessario ad una nuova metropoli. La regione Liguria si propone di veicolare verso questa città energie e risorse liguri ed in questo caso l’Ordine intende appoggiare iniziative economiche in itinere mediante concorsi di progettazione o promuovendo iniziative utili ai propri iscritti .

A Pechino e a Shanghai hanno avuto luogo incontri con dirigenti di studi professionali  locali di diverse dimensioni che hanno contribuito al raggiungimento dei primi due punti del programma prefissato:

- Si è manifestata una realtà costituita dalla predominanza di studi di progettazione di dimensione ciclopica (1500 – 2000 architetti ciascuno, con fatturati annui superiori a quelli di piccoli stati (ordine di grandezza: centinaia di milioni di Euro) che si stanno spartendo le grandi commesse pubbliche e private in Cina e – novità di interesse nostro- all’estero. Negli ultimi anni i grandi studi anglosassoni e francesi hanno raggiunto una buona penetrazione nel mercato cinese stringendo relazioni con questi studi. Queste relazioni ora stanno veicolando gli studi cinesi nei mercati esteri grazie al loro invidiabile curriculum e alle capacità dei molti architetti cinesi usciti dalle migliori università americane e europee (ma non italiane).

Queste realtà possono rappresentare una novità che, prima di quanto ci si aspetti, potrebbe affacciarsi anche sul nostro mercato. Per contro, essi possono rappresentare una opportunità di sviluppo se approcciati per tempo e nel modo opportuno dai nostri architetti.

Gli architetti italiani infatti, nonostante le difficoltà che la nostra realtà presenta all’esercizio della professione godono di grande credito e, nell’immaginario collettivo cinese, rappresentano i depositari dell’Italian way of life, traguardo comunque molto ambito.

E’ stato proposto agli studi contattati (sia grandi che piccoli) di effettuare scambi di giovani architetti con studi genovesi: due cicli da tre mesi ciascuno da trascorrere presso studi genovesi o cinesi. L’iniziativa non è nuova per i cinesi che già effettuano questo tipo di scambio culturale/professionale con studi francesi. Il meccanismo è semplice : ciascun studio di appartenenza originaria paga le spese per il proprio trasfertista.

Data la piccola dimensione degli studi genovesi, le trasferte in partenza dalla Lanterna potrebbero essere “aiutate” da sponsor interessati agli scambi e alla crescita dei rapporti bilaterali.

 A questo scopo è stato trovato terreno fertile presso la Camera di Commercio di Pechino, dove sono registrate molte aziende cinesi di materiali edili che lavorano per brand italiani (settori piastrelle, sanitari, legni, marmi etc). la Camera di commercio si è data disponibile a finanziare questi scambi così come mostre o convegni su temi comuni alla realtà genovese e cinese in cambio di un aiuto logistico alle loro aziende nel trovare spazi presso le strutture fieristiche italiane (per esempio il SAIE di Bologna)

Si è infine palesato il sistema di organizzazione deontologica e tariffaria: pur non esistendo organismi ufficiali quali i nostri Ordini Professionali, la professione di architetto è regolata da complesse normative che assomigliano alla legislazione italiana con qualche sostanziale differenza. La “firma” dei progetti non spetta al singolo professionista ma alla società di progettazione che ottiene diversi gradi di “license” a seconda delle proprie capacità produttive (numero di dipendenti, età dei dipendenti, fatturati, attrezzature tecniche) Questo fattore comporta una certà staticità nel mondo degli studi di progettazione con conseguente equilibrio nel campo delle tariffe e sconti applicati indipendentemente da modificazioni imposte per legge; Effettivamente si nota un sistema di tariffazione, governato blandamente dall’alto (normative di riferimento) e ottimizzato dal mercato che tuttavia non sembra esportabile nella nostra realtà.

Da queste prime impressioni emerge una lezione per i nostri legislatori: Il nostro mondo professionale, è  radicalmente diverso: estremamente fluido, costituito da miriadi di professionisti isolati, disposti a iniziali sconti colossali pur di accaparrarsi qualche commessa; ad oggi non può permettersi di affidare alle regole del mercato il suo equilibrio.

Un ultimo dato: in Cina il rapporto architetto/abitante risulta essere 1/8.600 , in Italia tale rapporto è pari a 1/ 725.

Si consideri infine che l’attività edilizia in Cina è una delle voci trainanti dell’economia mentre in Italia ci si limita ad un’opera di gestione e manutenzione di quanto esiste con episodi di rinnovo estremamente rari.

Questa situazione deve comunque obbligare gli architetti a guardare alle realtà esterne alla città senza sospetto e con spirito di grande apertura alle opportunità che quelle realtà offrono .