Si definisce la pendolare della danza del ventre. E mica ha torto Tonia Paparella, in arte Amar – NELLA FOTO (www.amar-al-rakisa.it), lei che, nata e cresciuta a Torino, sale e scende dagli intercity diretti a Genova o Savona per insegnare la danza delle danze. Studio, costanza e passione. Da dieci anni, oggi ne ha 31. A vent’anni ha sentito quel fuoco che muove i fianchi e spara energia alle stelle. Non ha più smesso. A Genova tiene sei corsi al Centro Ametista di Salita San Matteo 19/16 .Oltre sessanta allieve sul palco ad animare quadri armonizzati su due-tre coreografie ispirate a stili differenti. Dal repertorio classico, folklore e moderno. L’appuntamento è al Govi Summer, dove Tonia-Amar si esibirà domenica 8 luglio, ore 21, nell’area dei giardino Gilberto Govi di Genova Punta Vagno (www.zenazone.it/govisummer). Tonia sceglie e crea le coreografie, studia il dettaglio e materializza atmosfere. La faccenda-lezioni la gestisce in prima persona, dividendo le allieve tra il corso principianti, intermedio e avanzato. La domanda è in crescita, magari diminuiscono i locali arabi, ma la voglia delle genovesi di misurarsi con l’oriente delle mille e una notte resta. “La tipologia di donne che frequentano è varia, arriva la casalinga che ha bisogno di tornare a piacersi, la professionista affermata e l’impiegata. L’età media è di solito sui 40 anni, ma a Torino ho anche tre bimbe davvero brave”. Perché Tonia a Genova ci sta il martedì,mercoledì e giovedì, poi a sale a Torino, dove si spara altri due corsi, continua a frequentare la scuola della sua insegnante-amica Aziza, è nella Compagnia Kawakib di Aziza, fa spettacoli quando può e magari si gira un paio di festival tra Spagna e Germania. Poi di nuovo sul treno che le genovesi l’aspettano.
Mica sembra stressata. Anzi. Parte da lei ventenne, perito d’arte fotografica, aria bohemien, occhio indagatore. E’ a quel Galà per fotografare Aziza, sta imparando a far vibrare l’obiettivo, il dito schiaccia e quel muovere di bacino le entra nell’anima. “Resto letteralmente folgorata da lei. Mi iscrivo al corso di danza orientale. Non passa molto tempo che faccio spettacoli. E’ Aziza a propormelo, vede in me un talento innato.”
Tonia si esibisce nei locali arabi di Torino: “era il ’97 e questo genere di locali stava crescendo a dismisura. Lavoravo quasi tute le sere”. E’ sempre Aziza a portarla a Genova, prima un solo giorno la settimana, poi “tra il 2001 e il 2002 mi appoggio al Centro Ametista. Di colpo mi trovo a gestire una bella folla di gente. Aumentiamo i corsi. Oggi a Genova sono sei. Più i due di Savona e Torino.”
Insegna Tonia, ha meno tempo per gli spettacoli: “In dieci anni ne ho contati mille. Adesso li concentro nei fine settimana e non sempre. Ci sono meno locali arabi e più ballerine da accontentare. A Genova poi i posti ad hoc si contano, ma mi capita più spesso di ballare alle serate organizzate dal Centro Ametista. Danzerò sicuramente al Suk al Porto Antico.”
Poi il passaggio sulla valenza della danza orientale ( per tutti danza del ventre): “La questione è psicologica perché ti trasforma come donna, ti aiuta a riappropriarti di qualcosa che hai dentro e magari tieni sepolto. La prova è il cambiamento delle allieve. Già al corso devi venire truccata, pettinata e con un abito di scena. E non perché ti guarda un uomo. Lo fai per te, recuperi il tuo femminile. E al di fuori viene percepito.” E Tonia com’è cambiata in questi dieci anni? “Dapprima non ha i consapevolezza, poi acquisisci il tuo corpo e la percezione di ciò che emani. Ho raggiunto un perfezionamento e un riallineamento fisico e mentale. Non mi piaceva il mio bacino e i miei fianchi larghi, che sono invece punto di forza nella danza del ventre. Un modo per risolvere i complessi in punti a nostro favore”. Tonia scivola all’indietro, recupera il significato antico di una danza antica, “legata alla spiritualità propiziatoria. Il ventre che dà frutti, le gambe sono nascoste e l’energia sale al bacino, a braccia e mani. Oggi balliamo soprattutto la danza egiziana, contaminata da elementi mutuati da altri generi”.
Insiste che la danza orientale si basa su improvvisazione e sentimento. “Per creare le coreografie ascolto le sensazioni che la musica mi trasmette o mi aiuto con l’analisi dei ritmi. Però quando mi esibisco da solista negli spettacoli improvviso sempre perché trovo la coreografia limitante, ma la condizione è avere una buona tecnica”. La percezione al di fuori? “Gli egiziani reputavano le danzatrici del ventre delle poco di buono, anche se le invitavano in via propiziatoria a matrimoni e feste familiari. Innegabile l’aspetto sensuale, collegato alla fecondità, ma c’è un’opera di rivalutazione di questa danza”. Reggiseno e cintura impreziositi da pailettes, una stola di velo a prolungamento delle braccia, cimbali , bastoni di canna per mimare danze marziali egiziane, candelabri accesi da sistemare in testa a richiamare il rito propiziatorio. Accessori di cui la danzatrice si serve, perchè il cerchio si dilata e in scena entra lo spirito.
Corsi al Centro Ametista
Martedì 18-19.15 intermedio
19.30-20.45 avanzato
20.45-22 principianti
Mercoledì 20 - 21.15 principianti/intermedio
21.15-22.30 avanzato
Giovedì 13-14.15 intermedio
17.30-18.45 principianti
18.45-20 intermedio/avanzato
Da luglio corsi propedeutici per principianti
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