Sul confine. Un posto di frontiera dove fin qui splende in azzurro, l’europa a stelle d’oro e oltre, la ruggine si confonde con l’ombra. L’impero è caduto. Il confine sognato è libero. Ci svegliamo per trovarci al servizio di qualcun altro.
Apo donna delle pulizie, resiste, armata dei suoi arnesi, contro la polvere e gli stracci del passato che c’ingombrano le stanze e tamponando i disastri futuri, che avanzano e inzuppano il pavimento. Un percorso danzante tra gli ostacoli, una ironica corvè schivando muri e divieti, un corridoio che si allaga e proviamo ad asciugare, una camera di memoria da ripulire e spalancare. La voglia di speranza, la volontà che desidera, in movimento nella ragione che dispera.
Apri gli occhi, impugna la scopa, strizza bene lo straccio dall’acqua sporca da gettare.